100Quindici Passi

La villa bunker nel comune di Quindici appartenuta al Clan Graziano e oggi dedicata a Nunziante Scibelli, prima vittima innocente della lunga faida e ribattezzato Maglificio 100Quindici Passi.

L’impresa affonda le radici in un passato particolarmente complesso che ha attraversato il territorio di Quindici e più in generale del Vallo di Lauro negli ultimi quarant’anni dove ha avuto luogo la cruenta faida tra due clan i Cava e i Graziano che hanno cercato di imporre il proprio potere e il proprio controllo a suon di attentati, omicidi e intimidazioni.

Nulla di nuovo, per grossa fetta del Meridione del nostro Paese, eppure la scommessa è quella di scardinare un sistema non solo di potere ma soprattutto di rassegnazione che si è generato su quel territorio. Un comune, quello di Quindici, che si è impoverito e spopolato passando da circa 5000 abitanti negli anni ’70 ai circa 1700 dei nostri giorni con soprattutto un altissimo tasso di disoccupazione e la quasi totale assenza di imprese sia pubbliche che private.

E il nostro progetto, quindi, mira a scavare un solco con il passato attraverso una rivoluzione prima di tutto culturale costruita grazie a percorsi avviati con Libera, l’associazione contro le mafie, e con altri soggetti locali. Ma soprattutto il tentativo di realizzare all’interno di un simbolo del potere, la villa bunker di un boss appartenente alla famiglia Graziano, un’iniziativa lavorativa in grado di favorire il riscatto del territorio a partire dallo sviluppo e dall’occupazione.

Ed è per questo che dal 2011 a partire dagli studenti dell’ITG “D’Agostino” di Avellino che hanno realizzato il progetto di ristrutturazione a decine di volontari che si sono prodigati per aprire la struttura e tenerla viva organizzando addirittura campi di volontariato a numerose istituzioni che si sono impegnati per cercare di realizzare il progetto del Maglificio 100Quindici Passi che davvero racconta una storia collettiva di speranza e di rinascita.

Nel 2014 la cooperativa ha vinto un bando di Fondazione con il Sud per la ristrutturazione e lo start-up dell’impresa . Ma la realizzazione del progetto è stata tutt’altro che semplice, sia per sanare le carenze strutturali dell’immobile, realizzato in gran parte abusivamente, per renderlo funzionale alla nuova destinazione d’uso sia perché si sono incontrate difficoltà oggettive nel realizzare quanto ideato e sognato.

A giugno dello stesso anno è partita la ristrutturazione, nel 2015 prima la selezione del personale effettuata attraverso un bando pubblico che garantisse a tutti la massima trasparenza nelle procedure e poi nel mese di luglio l’inizio del percorso di formazione finalizzato all’assunzione dei sette lavoratori selezionati.

Ma intanto l’abbandono del partner tecnico, con cui era stato stilato il progetto, che ci avrebbe garantito know-how e affiancamento ha complicato ulteriormente il percorso ma che non ha impedito al Maglificio 100Quindici Passi di avviare le sue attività il 21 ottobre 2015.

Il giorno prima dell’inaugurazione, alla presenza di Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, dell’On. Rosi Bindi e di gran parte della commissione antimafia davanti ai nostri cancelli cinque colpi di fucile hanno cercato di intimidirci e di arrestare la nostra voglia di cambiamento.

Da allora le nostre attività non si sono fermate, non un giorno soltanto abbiamo tenuto chiuso quel portone che prima era invalicabile. Le nostre porte sono state sempre aperte a tutti quelli che hanno bussato, ai cittadini, agli studenti, alle istituzioni e ai tanti volontari che in questi mesi non ci hanno fatto mancare il loro sostegno.

Sin dalle prime fasi dell’emergenza, vedendo la necessità di reperire dispostivi di protezione individuale, in particolar modo mascherine, e la difficoltà nel trovarle abbiamo pensato che il nostro piccolo laboratorio sartoriale potesse essere il luogo adatto per far fronte alle richieste, prima di tutto delle comunità locali.

Sarebbe stato tuttavia difficile operare a distanza, visto che i soci volontari sono tutti dislocati in altri comuni. Quando è arrivata la proposta del Presidente del Parco Regionale del Partenio, che in pochissimo tempo ha messo insieme una rete di partner, siamo stati felici di poter dare il nostro contributo.

Un’autentica occasione per migliorare le relazioni con il territorio e la comunità.

Attualmente nella produzione delle mascherine cucite sono impiegati collaboratori e volontari che confezionano le mascherine con le macchine da cucire attualmente in dotazione alla cooperativa e grazie all’acquisto di nuovi macchinari.

Insieme ai partner: Parco Regionale del Partenio, Unione dei Comuni “Antico Clanis”, Consorzio di Coop. Sociali Percorsi, Punto Alfa Associazione di Volontariato abbiamo realizzato delle attività progettuali con il sostegno di Fondazione Polis della Regione Campania e Fondazione Con il Sud.